San Matteo - Palermo da vedere

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cripta
LA CHIESA DI S. MATTEO - È nel Cassaro, poco più in basso dei Quattro Canti, a s. ;monumento insigne del primo barocco palermitano.

L'UNIONE DEI MISEREMINI. Fu fondata nel 1599 ed elevata ad arciconfraternita nel 1603. Il suo compito era quello di celebrare messe per i defunti onde trarli dalle fiamme del Purgatorio. E tali messe furono un cespite così cospicuo da ingenerare gravi liti di concorrenza con la compagnia dei Negri della chiesa di S. Orsola. La chiesa sorse in forma cosi sontuosa in virtù di quelle doviziose elargizioni dei fedeli. Nel posto dove erano vecchie case donate nel 1631 dal celebre giureconsulto Mario Muta, fu eretta la nuova chiesa che, iniziata nel 1633, fu consacrata nel 1647. La facciata, interamente in marmo bigio, era terminata nel 1662. Il suo slancio scenografico l'assimila alle contemporanee macchine ed apparati per celebrazioni; ha stile enfaticamente risentito e decorazione robustamente fastosa. Nettamente divisa ili tre ordini sovrapposti, è dotata di marcate membrature e finezza di ornati. Purtroppo la corta visibilità, per l'angustia della via, impedisce di apprezzare il disegno d'insieme. Autori della facciata furono Carlo D'Aprile e Gaspare Guercio, valenti architetti e scultori anche delle statue che l'adornano: sulla porta maggiore, una «Immacolata » e, al secondo ordine, « S. Matteo » a d. o « S. Mattia » a s.

L'interno ha pianta e sviluppo in alzato cinquecenteschi con semplici colonne doriche di contenuta eleganza. È a croce latina con grande volta a botte di ampio respiro ed ariosa cupola. La decorazione plastica e pittorica vi si sovrappose lungo il corso del sec. XVII, quando furono aggiunti gli altari laterali. In seguito a questi lavori decorativi la chiesa fu riconsacrata nel 1775. Il rivestimento in marmo da alle strutture singolare raffinatezza. Giacomo Serpotta provvide alle sculture nel 1729. Gli stucchi dorati e i medaglioni degli apostoli tra arco ed arco sono di Bartolomeo Sanseverino (1754). Gli affreschi notevolissimi, dipinti dal 1754, sono di Vito d'Anna, famoso pittore palermitano formatosi alla scuola dei frescanti romani. In taluni dovette servirsi di aiuti. Nel vicolo S. Antonio, a ridosso della chiesa di S. Matteo, sono i resti di un edificio del sec. XIV del quale restano talune finestre con ricchi ed espressivi ornati floreali.

Tratto da Giuseppe Bellafiore
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